Capitolo 3 Ultime Volontà
"Probabilmente non hai ancora conosciuto la dolcezza dell'amore, vero? Sai, quando io e Nathaniel stavamo insieme, lui cucinava sempre per me, e ogni volta che mi ammalavo, era il primo a correre al mio fianco. Mi riempiva sempre di parole tenere: 'Stella, spero che tu sia sempre felice...' Ceci, Nathaniel ti ha mai detto di amarti? A me lo diceva sempre, ma io lo trovavo sempre così infantile..."
Cecilia ascoltava in silenzio, ripensando a momenti trascorsi con Nathaniel negli ultimi tre anni.
Lui non aveva mai messo piede in cucina e quando si ammalava, non le aveva mai rivolto una sola parola gentile. Per quanto riguarda l'amore, non ne aveva mai parlato.
Cecilia la guardò con calma e disse: "Hai finito di parlare?"
Stella rimase sorpresa, forse era per la calma travolgente di Cecilia, o per suoi occhi penetranti e chiari, che sembravano poter scrutare l'anima di una persona.
Rimase in uno stato di smarrimento fino al momento in cui Cecilia se ne andò.
Per qualche motivo sconosciuto, Stella sentiva quasi di essere ritornata a uno stato primordiale, a quando era una povera orfana, che doveva affidarsi alla carità della famiglia Smith.
Era sicura che Cecilia, dietro quella sua immagine di figlia della famiglia Smith, stesse facendo la finta tonta. Naturalmente, non era possibile che ciò che aveva detto Stella avesse lasciato Cecilia indifferente. Era stata dietro all'uomo che adorava per dodici anni, solo per poi scoprire che anche lui aveva passato quasi lo stesso numero di anni ad amare appassionatamente qualcun altro, con l'innocenza di un bambino.
Il suo orecchio iniziò di nuovo a farle male e alzandosi per togliere l'apparecchio acustico, notò che era macchiato di sangue. Pulì il sangue dall'apparecchio acustico, e lo mise da parte. Incapace di addormentarsi, sbloccò il telefono e aprì un'applicazione, iniziò a scorrere un post dopo l'altro e notò che tutti la stavano taggando.
Continuando a guardare, scoprì che era pieno di foto postate da Stella, che poteva vedere solo a lei. La prima foto era dei giorni dell’università, e ritraeva Stella e Nathaniel insieme, fianco a fianco, con gli occhi di Nathaniel che irradiavano un calore gentile.
La seconda foto era uno screen di una loro conversazione. Nathaniel aveva scritto affettuosamente: Ella, buon compleanno. Ti renderò la persona più felice del mondo.
Nella terza foto Nathaniel e Stella erano mano nella mano, passeggiavano tranquillamente lungo la spiaggia, dando le spalle alla macchina fotografica.
La quarta foto, la quinta, la sesta, e innumerevoli altre erano così travolgenti da lasciare Cecilia senza fiato.
Non aveva il coraggio di continuare e quindi spense subito il telefono. In quel momento, si sentì così impotente da desiderare di arrendersi a tutto.
Quel giorno, Cecilia scrisse una frase nel suo diario.
Diceva: Avrei potuto sopportare l'oscurità, solo se non avessi mai visto la luce.
Il giorno seguente, si mise a preparare la colazione come al solito. Solo dopo le sei passate, quando Nathaniel non era ancora tornato, Cecilia si rese conto di aver dimenticato le istruzioni che lui le aveva dato.
Ormai credeva che Nathaniel non sarebbe più rientrato, così si sedette da sola sul divano, per chiudere gli occhi per qualche istante.
"Non ti avevo detto che non dovevi più prepararmi la colazione?"
Una voce impaziente risuonò e svegliò Cecilia di soprassalto, che aprì gli occhi e si ritrovò Nathaniel che le passava accanto.
Si scusò subito: "Mi dispiace, l’avevo dimenticato."
Di nuovo, quelle stesse parole...
Nathaniel si voltò a guardarla, con un’espressione eccezionalmente fredda. I vestiti che indossava quel giorno erano, come al solito, di un modesto tono di grigio morbido. Chiunque vedendola, avrebbe pensato che fosse senza un soldo, insinuando l’idea di un qualche tipo di maltrattamento da parte di suo marito.
"Perché non ti sei dimenticata di tornare? Perché non ti sei dimenticata che ci siamo sposati? Perché non ti sei dimenticata di te stessa? Non riesci a lasciarmi, vero? Non riesci a lasciare andare la ricchezza della famiglia Rainsworth! Non sopporti l'idea di perdere me, Nathaniel, la tua personale macchina per fare soldi!"
Quelle parole erano come un coltello, che penetrava dritto nel cuore di Cecilia.
Cecilia abbassò lo sguardo: "Nathaniel, io non ho mai voluto i tuoi soldi."
Nathaniel era l’unico di cui si era sempre preoccupata. Nathaniel rise, con un’espressione piena di scherno.
"Allora, che storia è questa, che tua madre è venuta nel mio ufficio stamattina, chiedendomi di fare un figlio insieme a te?"
Cecilia era sconcertata.
Guardò Nathaniel in quegli occhi freddi e neri, e capì che lui non era arrabbiato per agli eventi della notte precedente.
Nathaniel non si preoccupò di mettersi a chiacchierare con lei.
"Cecilia, se vuoi continuare a vivere comodamente a Villa Daltonia e mantenere stabile la famiglia Smith, faresti meglio a rimettere in riga tua madre."
Dopo aver detto in fretta le parole che aveva in mente, corse nello studio a prendere una cosa, e una che si fu cambiato i vestiti, se ne andò.
Prima che Cecilia potesse cercare Paula, fu Paula ad andare da lei, con un atteggiamento completamente diverso rispetto alla sua precedente indifferenza. Prese dolcemente la mano di Cecilia e disse: "Ceci, dovresti supplicare Nathaniel di darti un figlio, anche se significa ricorrere a un intervento medico."
Cecilia la fissò semplicemente mentre continuava a parlare, ascoltandola con attenzione.
"Stella mi ha già detto che in questi tre anni di matrimonio, Nathaniel non ti ha mai toccato."
Questo commento fu la goccia che fece traboccare il vaso. Nel suo mondo, l’empatia non esisteva, prevalevano sempre e solo gli interessi individuali.
Cecilia non capiva perché mai Nathaniel avrebbe dovuto rivelare una cosa del genere a Stella.
Forse la ama davvero...
Riflettendoci, sentì improvvisamente un senso di sollievo.
"Mamma, lascia perdere."
Paula assunse un’espressione accigliata: "Cosa hai detto?"
"Sono esausta. Voglio divorziare da Nathaniel..."
Uno schiaffo duro di Paula arrivò sul viso di Cecilia, a spazzare completamente l’ultimo briciolo di gentilezza rimasto dall’immagine della madre, che iniziò a puntarle un dito contro.
"Come ti viene in mente di parlare di divorzio? Se lascerai la famiglia Rainsworth, nessuno vorrà più sposarti, un disabile, già al suo secondo matrimonio? Come è possibile che abbia tirato su una figlia inutile come te? Tu per me non vali niente! Se lo avessi saputo, non ti avrei mai riportato a casa!"
Cecilia sembrava essere diventata insensibile a quelle parole. Da che aveva memoria, Paula non l’aveva mai trattata con affetto. Paula era stata una ballerina rinomata, ma con sua figlia, Cecilia, nata con problemi di udito, non riusciva a preoccuparsi di altro nella vita.
Pertanto, prese la dura decisione di affidare completamente Cecilia alle cure di una tata e le permise di tornare alla residenza Smith solo dopo aver raggiunto l'età per andare a scuola. Cecilia ricordò ciò che il suo insegnante le diceva spesso, che nessuna madre potrebbe mai disprezzare il proprio figlio.
E così, si impegnò per migliorare, per provare a compiacere sua madre in ogni modo. Anche se era dura di orecchi, era un’eccellenza in vari campi come la danza, la musica, la pittura e le lingue.
Dopo tanti anni di impegno, solo ora si rendeva conto che non importava quanto si sforzasse, lei non sarebbe mai stata abbastanza brava per sua madre.
Proprio come aveva detto Paula, lei era solo un’handicappata. E non lo era solo da un punto di vista fisico, ma anche relazionale e amoroso. Dopo che Paula se fu andata, Cecilia si portò la mano sull’impronta della mano ancora rossa che la mamma le aveva lasciato sul viso, e poi provò a coprirla con il fondotinta. Dopo aver provato a sistemarla, uscì per andare in uno studio legale.
Nel suo ufficio, Norman Jenkins, che era stato il consulente legale del defunto padre di Cecilia, Regas Smith, prese la lettera di autorizzazione che lei gli aveva consegnato e, dopo averla esaminata, si voltò a guardarla con un'espressione perplessa.
"Vuoi davvero dare tutta l'eredità che il signor Smith ti ha segretamente lasciato a Nathaniel? Lo sai che lui non ha bisogno di tutti quei soldi."
Cecilia fece un cenno con la testa.
"Lo so, ma sono debito con lui, ed è arrivato il momento di ripagarlo."
Tre anni fa, Regas era tragicamente passato a miglior vita.
Aveva già fatto registrare tre testamenti durante la sua vita, ma poi, sapendo che Paula non teneva a Cecilia, aveva incaricato Norman di informarla segretamente del suo ultimo testamento. Nell'ultimo, infatti, c’era scritto che dopo tre anni di matrimonio, se lei fosse stata infelice o avesse desiderato iniziare una vita indipendente da quella di chiunque altro, allora avrebbe potuto usare i soldi che le lasciava.