Chapter 8 08
**CAPITOLO 08**
— Perché — scrollo una spalla, osservando mentre mi guarda con aria impaziente — potresti diventare un ninja tosto come me e preferirei averti dalla mia parte piuttosto che come nemico.
Solleva un sopracciglio e mi fissa con uno sguardo incredulo.
— Cosa ti fa pensare che diventerò un ninja ?
— Perché non dovresti diventarlo ?
— Perché io sono il sensei.
Lo fisso sorpresa, con la bocca leggermente aperta. Ridacchia appena nota la mia espressione e si sporge per chiudermi la bocca con un dito. Le mie labbra si allargano in un ampio sorriso e, prima che ce ne rendiamo conto, stiamo ridendo entrambi. Questo ragazzo emana vibrazioni pericolose, ma non avrei mai pensato che avrebbe detto una cosa del genere. Suppongo che la vita riesca sempre a sorprenderti, e credo sia giusto così. Se conosci tutto di una persona in un solo giorno, può diventare davvero noioso. Le sorprese sono decisamente meglio.
Mi ritrovo a parlare con lui fino alla fine della lezione. Il suo nome completo è Kaden Reid ed è nato a Chicago, ma si è trasferito qui circa un anno fa. Ridacchio quando sottolinea con forza che il suo nome si scrive con la « K » e che ogni insegnante riesce sempre a “rovinarlo e a reagire alla differenza come se non avessero mai sentito parlare dell’alfabeto, maledizione”.
Kaden mi racconta anche molte cose sulla scuola, com’è ogni insegnante, cosa fare per non farsi beccare, quanto odia storia e matematica con passione, e la lista continua all’infinito. Io, naturalmente, gli parlo un po’ di me, stando attenta a non toccare l’argomento dei miei genitori. Dio solo sa che scoppierei in lacrime se provassi a parlarne. La gola mi si chiude ogni volta che penso a loro. Mi mancano terribilmente.
Mentre scendiamo le scale ed entriamo nella mensa, suona la campanella che segnala l’inizio della prossima ora. Non so perché Kaden continui a starmi vicino mentre prendo i libri dall’armadietto, lanciando occhiate infuocate a chiunque ci guardi. È sicuramente uno strano, penso tra me e me mentre chiudo lo sportello del moi armadietto. Sorridendo, faccio un passo indietro e mi avvio verso la mia prossima lezione : Chimica.
Chiacchiero ancora qualche minuto con Kaden prima che si allontani verso un gruppo di ragazzi che lo aspettano vicino agli armadietti. Notando che mi stanno fissando, li fisso a mia volta finché Kaden non si gira e mi lancia un sorrisetto. Ridacchiando piano, entro in aula, facendo una smorfia quando l’insegnante mi nota e mi dice di fermarmi alla sua cattedra. Non amo le presentazioni.
— Oh, maledizione ! — urlo, prendendo a calci la ruota della macchina per la rabbia.
Sono su una strada fiancheggiata da lunghi alberi da entrambi i lati.
Praticamente una foresta.
Praticamente, è il momento di dire addio al mondo.
I miei genitori non hanno mai amato vivere a New York, ma avevano molti impegni lì, così hanno deciso di comprare una casa a un’ora di distanza. Preferivano la tranquillità e la pace che questa piccola città aveva da offrire. Ma in questo momento, vorrei davvero vivere in città, perché almeno non sarei bloccata su una strada apparentemente abbandonata. Sospirando, tiro fuori il telefono e, ovviamente, non c’è rete.
— Fantastico. Cos’è, un film horror ? — mormoro, rimettendo il dispositivo inutile in tasca.
La mia macchina ha deciso di rompersi nel bel mezzo del nulla e si rifiuta di ripartire. Stavo tornando da scuola, pianificando la mia serata, quando è successo questo.
Sospiro appoggiandomi con forza al cofano della jeep, coprendomi il viso con le mani. Poi guardo intorno. Una lunga linea gialla si estende per chilometri davanti a me. Guardo con inquietudine la foresta : riesco a vedere solo qualche albero, mentre gli altri sono immersi nel buio più totale. Correndo verso la macchina, apro la portiera, mi sporgo a metà e giro la chiave. Il tubo di scarico ruggisce prima di spegnersi in un colpo di tosse morente.
— Ti prego, ti prego, funziona ! Ti prometto che non dimenticherò mai più di fare il pieno ! — supplico la macchina. Girando la chiave, faccio un ultimo tentativo, ma non esce alcun suono. È sparito il ruggito familiare del tubo di scarico, il ronronnare del motore.
Sono davvero fregata.