Chapter 7 07
CAPITOLO 07**
Attraverso il cortile, mentre il rumore degli studenti che ridono e chiacchierano prima che suoni la campanella finale mi rende nervosa. Deglutisco quando i loro sguardi curiosi si posano su di me, con una domanda evidente negli occhi : chi è la nuova ragazza ? I miei capelli neri si arricciano intorno al collo, come una sciarpa che mi dà un po’ di calore. Alex corre verso di me e mi passa un braccio intorno alle spalle, facendomi sospirare di sollievo.
Mi giro verso l’ufficio e lascio che Alex mi guidi nello spazio accogliente, fino alla scrivania dove è seduta una donna sulla cinquantina. Alza la testa di scatto e ci accoglie con un sorriso smagliante, allentando un po’ la mia tensione. Almeno sembra gentile, penso, mentre leggo il suo cartellino con scritto « Helen ».
— Ciao, cari. È questa Aurora Maxwell di cui mi hai parlato, Alex ?
Faccio un passo avanti appena sento il moi nome.
Annuisco, riuscendo a salutarla e a dirle che sono una nuova studentessa. Si affretta a prendere il moi orario e la combinazione dell’armadietto, poi dice ad Alex di andare in classe perché qualcun altro è già stato incaricato di farmi da guida. La supplico mentalmente con lo sguardo di non lasciarmi con uno sconosciuto, ma lui sospira, sconsolato, prima di dirmi che ci vedremo a pranzo.
Lo guardo andar via, poi torno a fissare la donna che tiene in mano una cartellina di plastica blu che, suppongo, contenga tutti i miei documenti. La prendo da lei con un sorriso e la apro, memorizzando la combinazione dell’armadietto e tirando fuori l’orario.
— Ah, Kaden ! — esclama Helen, facendomi voltare verso un ragazzo che è appena entrato nell’ufficio e ora si appoggia al muro con un’espressione annoiata. — Lei è Aurora Maxwell. Tu le farai da guida.
Grugnisce prima di mormorare di seguirlo. Lancio un’occhiata preoccupata alla donna, poi sospiro ed esco quando lei mi fa cenno con le mani. Quando esco, lui è già nell’altro corridoio, il che mi fa sussultare e correre per raggiungerlo.
Mi guarda dall’alto con un lampo di divertimento nei suoi occhi azzurro ghiaccio.
— Vai piano ?
— Hai proprio tanta voglia di finire questo giro, eh ? — mormoro, sgranando gli occhi quando ride, segno che mi ha sentita.
— Eh. Sono stato in punizione troppe volte, così hanno deciso di farmi diventare una guida turistica. Magari imparo la lezione. — scherza, imitandomi con un tono stridulo che mi fa ridere.
I suoi capelli neri come il carbone sono esattamente come i miei, ma le luci brillanti del corridoio illuminano le ciocche superiori facendole sembrare castano scuro. Vedo una maglietta bianca di una band sotto la giacca di pelle nera e alcuni braccialetti al polso. Ha la pelle olivastra e sembra molto muscoloso, con tratti marcati, una mascella angolare e zigomi pronunciati. Sembra incarnare perfettamente il look del “bad boy”.
— Cavolo, — respiro. — Se avessi gli occhi grigi, saremmo gemelli !
Sorprendentemente, le sue labbra si distendono in un sorriso storto e il ghiaccio nei suoi occhi sembra sciogliersi. Continuiamo a camminare mentre prende il moi orario e mi indica le varie aule, la mensa, la biblioteca, il moi armadietto, eccetera. Poi mi guida in una sezione trascurata della scuola e saliamo una rampa di scale.
A quanto pare, un tempo era il dipartimento di inglese ma ora è in ristrutturazione. Spingiamo una porta di legno scricchiolante e usciamo su una piattaforma dove non c’è altro che lastre di cemento crepate, assi di legno rotte e finestre parzialmente in frantumi. Facendomi cenno di seguirlo, mi siedo con lui sul bordo, poggiando lo zaino dietro di me.
— Cosa facciamo qui ?
Sorrido mentre vedo Sophia e Alex correre attorno alla pista.
— Vorresti essere lì a fare quello, adesso ? — indica il campo, e quando scuoto la testa, sorride. — Allora è per questo che siamo qui, perché educazione fisica è la tua prima ora.
— Grazie. Saltavo sempre educazione fisica anche nella mia vecchia scuola. — ridacchio, mentre ammiro la grande quercia sul lato. Sentendo uno sguardo su di me, mi giro a destra e lo vedo che mi sta già fissando.
— Dimmi qualcosa di te. — gli sorrido, osservando i suoi occhi che si spalancano leggermente.
— Perché vuoi sapere ? — la sua voce è un sussurro quieto mentre torna a guardare gli alberi davanti a noi.