Chapter 3 03
CAPITOLO 03**
— Non c’è nessuna ragazza qui. — dice l’uomo nella cabina con me, facendo scoppiare una risata rauca dall’altra parte.
— So che è lì dentro, amico. Fammi solo averla dopo che hai finito, posso aspettare.
— Ti ho detto che non è qui, vai a cercare da un’altra parte. — ringhia, quasi in modo disumano, facendomi indietreggiare per la sorpresa.
— Va bene, esci e dimostra che non è lì dentro. — Penso che questo ubriacone stia rapidamente tornando sobrio… perché non mi lascia in pace ?
Mi guarda con un’espressione che dice : “Ti troverà.” Mi mordo il labbro nel panico e guardo intorno alla cabina come se la risposta fosse scritta sui muri. Sorrido a pieno quando un’idea mi salta in mente, catturo la sua attenzione e punto il dito verso il moi stomaco prima di stringere i pugni, indicando il water e portando le mani verso l’esterno come se fosse avvenuta un’esplosione. Lui scuote la testa con forza, costringendomi a colpirgli il petto e stringere gli occhi in segno di avvertimento.
Continua a scuotere la testa mentre io lo costringo con lo sguardo, poi stringo le mani a pugno e fingo di piangere. Non la prende molto bene e, in risposta, mi spinge, costringendomi a mordermi il labbro per soffocare un urlo che ribolle e ad aggrapparmi alla sua giacca per non cadere.
Sospira prima di stringere le labbra, forte.
— Non posso.
— E perché diavolo no ?
— Diarrea cronica. — mormora in risposta, lanciandomi un’occhiata torva quando mi copro la bocca con le mani per soffocare le risate.
— Ma certo ! Non sento niente. — lo deride l’ubriaco prima di quasi lamentarsi. — Non è niente di speciale, solo…
Mi blocco quando l’uomo che mi sovrasta inizia a tremare, con i pugni serrati. Si gira e apre la porta, assestando un pugno all’uomo e poi eseguendo un calcio rotante che lo fa volare contro una parete vicina. Lo guardo a occhi spalancati mentre lotta con l’ubriaco, che non ha alcuna possibilità con i suoi colpi patetici, finché non crolla a terra, incosciente e sanguinante.
Esco dalla cabina e resto lì, a fissare l’uomo che si limita a sistemarsi la camicia prima di incrociare le braccia. Non ha nemmeno sudato ! I suoi occhi verdi si agganciano ai miei e restano lì, il silenzio avvolge la stanza. Dove lui è calmo, io rimbalzo sulle punte dei piedi con un sorriso.
— È stato fantastico !
Un lento sorriso si apre sulle sue labbra mentre scuote la testa.
— Sono felice che ti sia piaciuto, Котёночек. Ora, mi dici cosa sta succedendo ?
— Koty… cosa ? Stavo cercando il moi terminal quando l’ho urtato. Ha cominciato a palpeggiarmi e a trascinarmi in bagno per fare chissà cosa. — do un calcetto all’uomo incosciente.
Quando alzo lo sguardo, i suoi occhi si sono scuriti, i pugni serrati e un’espressione furiosa sul volto. Trema leggermente, facendomi andare in panico per il cambio improvviso. Perché è così arrabbiato ? mi chiedo. In ogni caso, è dannatamente bello quindi non mi sto lamentando troppo.
— Ti. Ha. Toccata ?! — ringhia.
Annuisco lentamente, un po’ spaventata dal tono inumano della sua voce. Colpisce il muro con il pugno e respira con forza. Guardo verso la porta principale, chiedendomi se devo andarmene o restare. È una lotta interna, che dura qualche minuto prima che io sospiri e mi avvicini a lui, scavalcando l’ubriaco. Dentro di me urlo di fermarmi, che non lo conosco e non dovrei farlo, ma i miei piedi sembrano avere vita propria e continuano ad avanzare. Do la colpa a quella maledetta attrazione che mi trascina verso di lui, qualcosa che mi costringe ad ammettere che non mi piace vederlo arrabbiato.
Gli afferro il braccio e lo giro per vedere i suoi occhi chiusi e la mascella serrata. Sospira e improvvisamente mi stringe in un abbraccio. Avvolgo le braccia intorno al suo collo, affondando la guancia nella pelle ruvida della sua giacca, sento ogni centimetro del suo corpo contro il moi. Le sue braccia scivolano in vita mentre sfiora la curva del moi collo con la punta del naso e inspira profondamente.
— Я не могу пройти через это снова. Почему ты так со мной поступаешь, богиня Луны ? — mormora distrattamente, la voce roca.
(Non posso passarci di nuovo. Perché mi fai questo, Dea della Luna ?)
Inarco le sopracciglia, chiedendomi che lingua abbia appena parlato, poi scrollo le spalle. Mi stacco, notando quanto esiti a lasciarmi andare, quando le sue dita si stringono sui miei fianchi prima di rilasciarmi. Mi sistemo il maglione e gli sorrido.
— Un abbraccio al giorno toglie il medico di torno. — dico prima di voltarmi e dirigermi verso la porta principale.