Chapter 1 01
CAPITOLO 01
Si abbassa e preme le labbra sulla mia guancia con delicatezza ; un gesto che mi fa chiudere gli occhi e assaporare l’istante. La sua voce roca e profonda, che mi fa sempre rabbrividire di piacere, squarcia l’aria densa come una lama, il suo respiro caldo mi sfiora l’orecchio mentre pronuncia una frase che sa di promesse… e minacce nascoste nel caso in cui disobbedisca.
— Tu non mi lascerai. Non oggi… né domani… mai.
Vulcan Romanov ha un segreto.
Uno così letale da poterlo condannare a morte.
Il suo passato tragico lo ha trasformato in un Alpha duro e spietato, e in un mostro ancor più crudele, capace di uccidere a sangue freddo.
Ma poi incontra lei.
Aurora Maxwell, una ragazza piena di innocenza e spirito, capace di risvegliare la bestia che vive in lui.
Nel profondo, Vulcan desidera solo qualcuno che lo ami davvero, con tutto il cuore.
Aurora sarà quella ragazza quando scoprirà il suo passato ? O scapperà senza mai voltarsi indietro ?
O resterà e amerà la bestia ?
Unisciti al viaggio e vivi questa storia d’amore attraverso gli occhi di Aurora.
**CAPITOLO 01**
Aeroporti. Li odio con una passione ardente.
Cammino attraverso l’edificio in uno stato di torpore, come un robot, se vuoi. Il moi cervello controlla i miei movimenti, ma percepisce a malapena la folla che mi circonda.
Un’ora prima di partire per l’aeroporto, ero seduta sul bordo del letto dei miei genitori, stringendo forte le lenzuola. Avevano lasciato una lettera per me nel loro testamento, e ho deciso di aprirla stamattina. Ho cercato di soffocare i miei singhiozzi con la mano, ma i miei occhi erano pieni di lacrime mentre leggevo ogni parola. Riconosco la calligrafia di mia madre e il leggero bacio lasciato col rossetto in fondo alla pagina. La lettera mi incoraggia a essere forte, nel caso in cui dovesse succedere qualcosa a loro.
I miei genitori sono morti in un incidente stradale un mese fa. Da quel momento, la mia vita si è capovolta. Ora mi sto trasferendo in una cittadina poco fuori New York, New York, con i miei nuovi tutori, che sono anche come dei secondi genitori per me : amici di famiglia. Comincerò in una nuova scuola, in un paese completamente diverso, a migliaia di chilometri dal Regno Unito, il moi paese natale. Forse questo mi farà bene, Dio solo sa quanto sono stata infelice dopo il loro funerale.
Ripongo la lettera nella borsa ed esco di casa, promettendo a me stessa che cercherò di fare ciò che mi è stato chiesto nella lettera : essere felice. Purtroppo non dura molto. Appena entro nell’edificio, mi trasformo in una specie di brontolona che vuole solo salire sull’aereo e partire, invece di passare attraverso i controlli di sicurezza. Capisco che siano importanti, ma fremo all’idea di essere seduta su un aereo, in alto tra le nuvole.
L’allarme suona forte quando lo attraverso, facendomi arrossire per l’imbarazzo mentre la guardia di sicurezza mi fa fare un passo indietro. La donna aspetta pazientemente mentre controllo se ho dimenticato qualcosa da mettere sul vassoio, e scopro di avere ancora la cavigliera. Mi do una manata sulla fronte, la tolgo mentre mi scuso, poi passo di nuovo, sollevata che l’allarme non suoni più.
— Idiota.
Damon alza gli occhi al cielo con un sorriso, stando al moi fianco mentre recuperiamo le nostre cose.
I miei nuovi tutori sono Theia e Darius Valentine, amici intimi dei miei genitori. Damon Valentine è il loro figlio, e per me è come un fratello maggiore. Siamo molto legati, dopo anni passati a trascorrere le estati insieme, sia in America che nel Regno Unito.
— Succede sempre a me, ogni singola volta.
Faccio il broncio mentre mi carico lo zaino sulle spalle.
Cominciamo ad avviarci verso il nostro terminal, fermandoci per qualche minuto a curiosare nei negozi prima di continuare. Tutto va bene… fino a quando perdo di vista Damon tra la folla di persone che corrono per prendere il volo o fare acquisti nei negozi.
Mi guardo intorno nel panico, cercando di scorgerlo, visto che non so in quale terminal dobbiamo andare. Damon ha insistito per prendere il moi biglietto e il passaporto, dicendo che sarebbero stati più sicuri nel suo portadocumenti. Mi ritrovo a camminare dentro un ristorante e poi verso un altro terminal, decidendo che se non trovo Damon entro cinque minuti, chiederò aiuto al personale dell’aeroporto.
— Oh, scusa !
Esclamo quando mi scontro con un uomo, voltandomi verso di lui.
— Tutto bene, bella.
Farfuglia, cingendomi la vita con un braccio.
Sgrano gli occhi per lo shock, poi la mia espressione si trasforma in disgusto quando la sua mano mi stringe il sedere.
— Che stai facendo ? Lasciami andare !
Ride mentre mi agito nella sua stretta, afferrando il moi pugno quando cerco di colpirlo. Invece, borbotta qualcosa di incomprensibile mentre cerca di trascinarmi verso i bagni.
— Ehi, siamo in un aeroporto, ripigliati !
Grugnisco, colpendogli la gamba con un calcio, ma lo rallenta appena.
— Guarda che non ho paura di colpirti. Questo è il tuo ultimo avvertimento, lasciami andare subito !
Gli pianto le unghie nella mano, scalcio e mi tiro nella direzione opposta, facendo tutto il possibile per farmi lasciare. Ci sono persone che passano, ma dato che siamo in un angolo, nessuno sembra accorgersi o forse ignorano semplicemente la scena. Urlo aiuto, sperando che qualcuno intervenga, visto che lui sta usando tutto il suo peso su di me.
Frustrata, libero una delle mani dalla sua stretta e lo spingo con forza all’indietro. Lui grida, barcolla, e questo mi dà il tempo di voltarmi e allontanarmi. Ma sento passi affrettati e mi volto : sgrano gli occhi quando lo vedo correre verso di me.
Comincio a correre, svolto a sinistra e mi immergo nella grande folla caotica prima di arrivare ai bagni. Mi fermo di colpo davanti alle due porte e so che devo prendere una decisione. O entro nel bagno delle donne, dove tecnicamente dovrei stare, o entro in quello degli uomini, dove chiaramente non dovrei entrare.
Sarà una scelta difficile.
Sento la sua voce familiare, ancora un po’ impastata, mentre barcolla dietro l’angolo. Mi sorprende che sia arrivato fin qui.
Spalanco la porta del bagno degli uomini ed entro di corsa, chiudendola silenziosamente dietro di me. Mi giro e sorrido vedendo che il bagno è vuoto. Tengo la porta leggermente aperta e sbircio fuori, vedendo l’uomo ubriaco entrare nel bagno delle donne con un sorrisetto soddisfatto, convinto che io sia lì dentro.