Chapter 6 06
CAPITOLO 06**
— È Lily, idiota ! Damon mi ha spinta ! — si lamenta da qualche parte dietro di me.
Purtroppo, Theia e Darius sono sul divano a ridere a crepapelle mentre assistono alla scena.
— Va bene, basta così ! Dividetevi. — urla Damon, tirandola finalmente via da me.
Mi tiro su ansimando, con il mal di pancia. Ho perso una scarpa, il moi elastico per capelli è sparito e il cardigan è mezzo tolto. Damon mi lancia la scarpa e l’elastico, e io li rimetto prima di lanciarmi su Alex.
— Mi sei mancato ! — canticchio sulla sua spalla mentre lui mi stringe forte.
— Anche tu mi sei mancata ! — canta lui ridendo, mentre ci stacchiamo.
Alexander Youngblood. Ci siamo conosciuti due anni fa e abbiamo subito fatto disastri. È il moi compagno di avventure, alto circa un metro e novanta, con capelli castano chiaro e occhi azzurro acquamarina.
Labbra rosse e piene, naso a bottone. Un po’ di lentiggini sul viso e una piccola cicatrice bianca all’angolo delle labbra. Gli zigomi sono delicati ma diventano evidenti quando ride o sorride, e la mascella è tagliente come una roccia. Lo so bene. Ci ho sbattuto la fronte contro… due volte. È muscoloso, vista la quantità di ore che passa in palestra. Giuro che crollerei se dovessi allenarmi quanto lui.
Lily mi tira in un abbraccio, e urliamo entrambe.
Lily Mercado è quella che chiameresti un’amica tosta. È mista, sua madre è indiana e suo padre spagnolo, e i suoi genitori sono le persone più cool del mondo ! Ha lunghi capelli castani che le scendono a onde sulla schiena, con le punte tinte di rosa e azzurro cielo, e occhi marroni pieni di gioia. Le guance sono leggermente arrossate per la lotta e le labbra dipinte di rosso scuro.
Infine, incontro Christian Wyatt. Il moi partner esperto di tecnologia. Ne abbiamo combinate tante con i dispositivi elettronici, riuscendo perfino a tagliare per sbaglio il cavo che dava corrente alla sua casa. È alto un metro e ottanta, corporatura snella, capelli biondi e occhi color cioccolato. Occhiali alla moda gli incorniciano gli occhi e poggiano sul naso. Le sue labbra si allargano in un sorriso mentre apre le braccia.
— Dov’è stata la mia partner ? — chiede, stringendomi tra le braccia e sollevandomi.
Rido invece di rispondere. È così bello rivedere i miei amici e, proprio come avevo previsto, non mi fanno domande sui miei genitori come invece facevano tutti gli altri che sapevano. Sono felice che riescano a distrarmi così facilmente. Dopo aver salutato tutti, ci sediamo nel salotto e ci raccontiamo praticamente tutto.
Mi volto e vedo Sophia che scompiglia i capelli castani di Damon. I suoi occhi azzurro chiaro brillano e le sue labbra sono piegate in un sorriso. È la persona più dolce che abbia mai conosciuto nella mia vita e, come me, è alta un metro e sessantacinque. Siamo le più piccole del gruppo.
Quando la cena è pronta, corriamo tutti giù per le scale e mi unisco agli altri in cucina. Prendiamo il cibo e andiamo nella sala giochi, iniziando a urlare contro gli zombie che cercano di ucciderci. Un’ora dopo ho la gola a pezzi per aver gridato contro la TV e la testa che mi pulsa per le urla degli altri quattro contro Damon e me, mentre spariamo a zombie su zombie.
— Vado a dormire. Buonanotte ragazzi ! — sbadiglia Alex, grattandosi la testa mentre si allontana.
— Anche io torno a casa. Notte ragazzi. — dico, dando un pugnetto a Lily prima di uscire, mentre tutti urlano buonanotte a me e ad Alex.
Saluto con la mano anche se non possono vedermi. Chiudo la porta, salgo in macchina e aspetto che Alex faccia retromarcia dal vialetto. I miei occhi scorrono sulle strade della città, ancora piene di auto e taxi, e guardo con curiosità i vari negozi, pensando di visitarli un giorno, prima di svoltare nella mia via.
Entro in casa e, dopo aver chiuso bene la porta, salgo le scale fino alla mia stanza. I piedi nudi sfiorano il pavimento di legno fino alla grande vetrata da cui si vedono le migliaia di luci della strada. Sorrido soddisfatta prima di entrare nell’armadio per cambiarmi, poi corro verso il letto, rimbalzando mentre mi ci butto sopra. Sentendo la collana sfiorarmi la guancia, la tolgo stanca.
— Mi mancate, mamma e papà. — sussurro tristemente, la voce rauca e il cuore che mi fa un male tremendo, mentre la poggio sul comodino.
Mi infilo sotto le coperte morbide e urlo di felicità. Se il moi letto e io avessimo una relazione, sarebbe davvero stabile in questo momento. Appoggiando la guancia sul cuscino, mi addormento con il ricordo dei miei genitori nella mente.