Capitolo 7 Scontro di Lignaggi: Il Ritorno di Tessa Sinclair
“Grazie, nonno.” Tessa sentì un raro calore nel cuore.
Il nonno era l’unico in famiglia a credere in lei senza condizioni, senza chiedere nulla in cambio.
“Tesoro, tra noi non servono ringraziamenti,” disse Walter Sinclair con un sorriso gentile. “Edmund, prepara una stanza per Tessie.” Il suo umore migliorò visibilmente solo vedendola. “Lila, occupati del trasferimento scolastico di Tessa domani.”
“Papà, Tessa è stata espulsa cinque anni fa. Dubito che qualche scuola la voglia adesso,” rispose Lila esitante.
Qui non era Falindale, dove bastava il denaro per garantirle un posto a scuola.
“Si trasferirà al Liceo Navoris,” dichiarò Walter, ignorando le proteste di Lila.
“Papà, credi che il Liceo Navoris sia un supermercato dove chiunque può entrare? È la scuola superiore più competitiva di Navoris! Perfino Winnie ha dovuto faticare per essere ammessa.”
“Nonno, non devi preoccuparti per me,” disse Tessa con calma. Era tornata a Navoris e nella tenuta dei Sinclair solo per vederlo. “Inoltre, ho già un posto dove stare. Non vivrò qui.”
Il volto di Walter si rabbuiò alle sue parole.
“Tessa, come ti ho già detto, finché ci sono io nessuno potrà farti del male. Un giorno tutto ciò che appartiene ai Sinclair dipenderà da te.”
“Nonno, ma cosa ha lei di speciale?” sbottò Winona con disprezzo. “Sa solo litigare e frequentare quei miserabili Randagi.”
“Bambina insolente!” tuonò la voce di Walter, e la stanza si riempì del peso della sua Presenza da Alpha. Tutti si immobilizzarono, trattenendo il fiato, troppo spaventati per dire altro.
“Winona, se osi parlare ancora, ti caccerò sia dalla famiglia Sinclair che dal Branco della Luna Gelida!” ruggì Walter. “Cosa c’è, la mia parola non vale più nulla dopo solo cinque anni di assenza?”
Walter Sinclair era stato il capobranco della Luna Gelida fino a cinque anni prima. Aveva passato il titolo al nipote Cedric prima di partire per unirsi alle forze d’élite del Clan dei Lupi nella guerra contro il Clan dei Vampiri al confine.
Ora, dopo la vittoria del Clan dei Lupi, Walter era tornato. Anche se non era più l’alpha ufficiale, la sua forza e il suo prestigio imponevano rispetto assoluto, soprattutto con gli onori guadagnati in guerra.
“Tessa, anche tu vuoi disobbedirmi?” Walter tornò a guardarla, il tono più dolce ma altrettanto deciso.
“Nonno, io…” Tessa esitò. Se fosse stato chiunque altro, avrebbe rifiutato senza pensarci.
Ma quello era suo nonno, l’unica persona che le era sempre stata accanto.
“Va bene, andrò al Liceo Navoris,” accettò infine. Se questa è l’ultima speranza di nonno, lo farò.
“Ma non vivrò qui,” aggiunse con fermezza. Restare sotto lo stesso tetto con persone che disprezzava era fuori discussione—avrebbe potuto davvero perdere il controllo.
“D’accordo,” cedette Walter. “Non ti costringerò. Ma visto che sei appena tornata, resta qui con me almeno per stanotte.”
Tessa annuì.
“È tardi, nonno. Dovresti riposare. Rimarrò qualche giorno per farti compagnia,” disse dolcemente, senza volerlo deludere ancora.
“Bene. Sto invecchiando. Voglio solo vedere la mia famiglia vivere in armonia,” disse Walter, la voce carica di significato, prima di salire le scale.
Dopo che Walter se ne fu andato, Lila portò Edmund a preparare una stanza per Tessa. In salotto rimasero solo Tessa e Winona.
Winona la osservò attentamente. Sembra cambiata, pensò. Ma per quanto Tessa potesse essere diversa, restava la stessa ragazza inutile di cinque anni prima.
All’epoca, Tessa era la lupa più debole della famiglia Sinclair—facile da prendere di mira, troppo timida per reagire.
Ora, dopo cinque anni, era ancora una fallita senza poteri, quasi adulta e ancora incapace di risvegliare il suo lupo.
Winona, invece, aveva risvegliato il suo lupo tre anni prima. Sconfiggere una come Tessa sarebbe stato facile come schiacciare una formica.
“Tessa, non posso credere che tu abbia avuto il coraggio di tornare. Vuoi essere cacciata di nuovo?” Ora che Walter non c’era più, la vera natura di Winona emerse, le sue parole taglienti e velenose, ben oltre la sua età.
Tessa, impassibile, tirò fuori una gomma dalla tasca, la scartò e la mise in bocca prima di parlare.
“Winona, così come tu mi hai cacciata dalla famiglia Sinclair e dal Branco della Luna Gelida, farò lo stesso con te,” disse con freddezza.
Poi si voltò e salì le scale.
Winona ribolliva di rabbia. Come osa questa nullità rivolgersi a me così?
Lanciò uno sguardo carico d’odio alla figura di Tessa che si allontanava. Vedrai, Tessa. Ti pentirai di essere tornata. Te lo prometto.