Capitolo 9
Era come i suoi incubi, quegli incubi che si proiettavano ogni notte e che la tormentavano e per i quali doveva prendere dei farmaci per dormire e riposare. Correva all'impazzata senza voltarsi indietro perché, sebbene quello che aveva trovato nella clinica fosse un uomo, nella sua testa scorreva l'immagine di un lupo dagli occhi dorati che cercava di strapparle il collo. L'unica cosa positiva era che, per quanto avesse sognato la stessa cosa, non era mai stata catturata, quindi si sentiva sicura, ma questa volta le sembrava così reale che non sapeva se stesse sognando o se fosse la dura realtà. La pioggia batteva su ogni parte del suo corpo e il freddo penetrava in ogni poro della sua pelle, facendola solo pregare per la sua stessa vita, perché sembrava una cosa vera, non solo un incubo.
Non riusciva a sentire nulla. Poteva solo essere grata di vedere davanti a sé grazie alla luce proiettata dai fulmini che apparivano costantemente, ma proprio il rumore provocato da questi ultimi le rendeva inutile sapere dove fosse l'aggressore e questo la terrorizzava ancora di più.
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