Capitolo 7 Può o non può
Tuttavia, non c'era tempo per pensare a ciò che aveva provato, non aveva il coraggio di nuovo Finnick negli occhi e allora si precipitò in bagno. Sbattendo la porta, si appoggiò ad essa, con il cuore che batteva fortissimo in petto.
Eravamo troppo vicini! Solo un po' di più e...
Il pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere la terrorizzava e, allo stesso tempo, la lasciava un po’ sorpresa.
Siamo ufficialmente sposati, quindi tecnicamente ‘farlo’ è normale e ragionevole. Ho forse sbagliato a scappare via così?
Anche mentre se lo chiedeva, quello sguardo pericoloso le passò di nuovo per la testa, non riuscì a trattenere un brivido che le corse veloce lungo la schiena. Era solo la terza volta che lei e Finnick si erano visti, quindi non poteva accettare di avere subito dei rapporti sessuali con lui, in fondo si conoscevano ancora da troppo poco tempo.
Tuttavia, tenendo conto della reazione che lui aveva avuto pochi minuti prima, significava che i suoi colleghi maschi avevano torto? Finnick non era affatto rimasto impassibile, da quel punto di vista, come qualsiasi altro uomo normale. Quindi, significava che in quella ‘zona’ lì non aveva problemi, nonostante fosse invalido?
Visto che i suoi pensieri stavano prendendo un sentiero accidentato, Vivian si diede uno schiaffo mentale.
Vivian William, cosa ti viene in mente! Perché ti interessa tanto sapere se quelle funzioni in lui sono normali? L'unica ragione per cui ti sei sposata con lui era per entrare in un nucleo familiare di Sunshine City e prendere la residenza! Smettila di pensare a tutte queste sciocchezze!
Tuttavia, c'era un’altra cosa molto strana; quando era caduta sulle ginocchia di Finnick prima, aveva accidentalmente toccato le sue gambe. Aveva sempre pensato che le persone su sedia a rotelle avessero gambe magre e deboli, dato che non erano in grado di allenare o usare i loro muscoli. Stranamente, le sue gambe erano in effetti piuttosto toniche. Non assomigliavano affatto a quelle di un uomo invalido, ma piuttosto a quelle di qualcuno che si tiene ben allenato...
Toc, toc.
Il repentino colpo alla porta del bagno aveva interrotto il suo caotico flusso di coscienza. Quasi saltò dallo spavento e guardando verso la porta, disse: "Dimmi"
"Apri la porta." La voce profonda di Finnick risuonò dall'altra parte.
Aveva già il cuore in gola e rischiava di uscirle dalla bocca.
Devo aprire la porta? Perché?
Pensando allo sguardo lussurioso che Finnick aveva prima, sentì la tensione salire e le sue dita stringere più forti che mai il bordo del lavandino, mentre la sua immaginazione correva selvaggia. Poiché Finnick non aveva ricevuto ancora una risposta, parlò di nuovo: "Hai fatto cadere una cosa." Di fronte a tali parole, i suoi pensieri si fermarono bruscamente. Ancora esitante, dopo alcuni momenti, si avvicinò alla porta e la aprì di una fessura. Apparve una mano ossuta, con un asciugamano bianco soffice.
Vivian rimase sbalordita.
"Stavi cercando questo prima, vero? È per questo che eri uscita." C'era una nota appena percettibile di risata nel suo tono, che la fece arrossire vivamente.
"Grazie," mormorò mentre prendeva l'asciugamano e poi chiuse rapidamente la porta.
Quando finì di asciugarsi e vestirsi, uscì dal bagno e vide Finnick che indossava già un pigiama di seta blu navy, seduto sul letto, con il portatile sulle gambe. Le sue dita volavano rapidamente sulla tastiera, mentre sembrava assorto in ciò che stava facendo.
Questa scena fece riemergere la curiosità di Vivian.
Aveva pensato che avesse molte difficoltà a muoversi, e quindi che avrebbe avuto bisogno di molti più servitori a prendersi cura di lui. Invece, c'erano solo Molly e Liam in tutta questa casa enorme a occuparsi di lui. È strano che non abbia un assistente personale.
Come è arrivato sul letto da solo? Non deve fare la doccia?
Incapace di trattenersi più a lungo, chiese, "Ehi... Hai bisogno di fare una doccia?"
"L’ho già fatta" rispose con semplicità.
E io che mi ero preoccupata che avrebbe avuto problemi a pulirsi. Eppure, si è già fatto la doccia? Aspetta un attimo, si è lavato in un’altra stanza, non qui? Vuol dire che ha un'altra donna da qualche parte?
Questo pensiero casuale e ridicolo la fece ridere di se stessa, dentro di sé. In verità, non le sarebbe dispiaciuto se avesse avuto davvero qualcun altro. Si diresse verso la scrivania, visto che voleva preparare tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno al lavoro il giorno successivo. Un bagliore catturò il suo sguardo e vide che era l'anello che si era tolta prima di entrare in bagno.
Si fermò, avendo dimenticato la coppia di anelli che aveva comprato oggi pomeriggio, quando non sapeva ancora che suo marito era un miliardario e presidente di un’azienda così grande. Perciò, aveva comprato l’anello più semplice che fosse riuscita a trovare. Ora, quell'anello sembrava totalmente inadeguato per un uomo della sua statura. Con questo pensiero in mente, gettò uno sguardo furtivo all'uomo sul letto. Visto che era concentrato sul suo lavoro, infilò rapidamente il suo anello nella borsa e poi tirò fuori l'anello che era destinato a lui e lo infilò in uno dei cassetti del tavolo da toeletta.
Solo dopo aver nascosto gli anelli si mise a letto. Per sua immensa soddisfazione, il letto era piuttosto spazioso, con due set di lenzuola e cuscini. Seduta sul suo lato del letto, c'era ancora mezzo metro tra di loro. "Hai finito?" chiese Finnick quando sentì che si stava sistemando. Non si allontanò nemmeno dallo schermo.
"Sì." Osservò il suo schermo in maniera inquisitiva.
Sapeva che la sua azienda si occupava principalmente di obbligazioni finanziarie. I grafici rossi e verdi che dominavano lo schermo non avevano assolutamente senso per lei, quindi rinunciò a cercare di capire. "Andiamo a dormire?" Finnick inclinò la testa all’improvviso, solo un po’ per poter dare un’occhiata a Vivian con la coda dell’occhio.
"Certo."
Dopo pochi secondo, Finnick spense il suo portatile e le lampade sul comodino. Una volta che le luci furono spente, Vivian si sentì nervosa. Ancora adesso, non sapeva perché avesse voluto sposarla, perciò, non sapeva se avrebbe voluto avere rapporti sessuali con lei. Continuò a stare ferma e rigida nel letto, mentre i minuti passavano. Ad un certo punto il respiro di Finnick si regolarizzò e finalmente poté rilassarsi. In pochi secondi, si addormentò profondamente.
Arrivato il mattino, la sveglia del telefono di Vivian suonò in orario e si svegliò. Finnick si era già alzato, lasciando uno spazio vuoto e freddo. Non le ci volle molto per prepararsi, si truccò molto poco e poi scese al piano di sotto, pregustando già la colazione dal delizioso aroma che proveniva dalle scale. Molly si affaccendava in cucina quando notò Vivian e con un sorriso caloroso sul volto la salutò e le disse: "Signora Norton, è sveglia! Venga, venga a fare colazione!"
"Certo, grazie."
Finnick era già seduto al tavolo da pranzo. In una mano teneva su un giornale mentre nell'altra sollevava la tazza per bere un sorso. Quando lo sguardo di Vivian cadde sulle sue dita ossute, i suoi occhi si illuminarono di sorpresa.